Istruzioni per la ricerca

 

 

 

Dalla schermata iniziale del DEKaS è possibile accedere direttamente, tramite il comando Banca dati > Consulta la banca dati, posto nella barra di navigazione in alto a destra, alle diverse sezioni contenenti la visualizzazione dei risultati.

 

Si apre così il Pannello di controllo strutturato in tre parti:

- nella parte superiore centrale sono visualizzabili i sei rettangoli colorati con la presentazione sintetica dei materiali schedati;

- nella parte inferiore centrale sono inseriti i grafici e le statistiche, interrogabili, secondo diversi parametri, tramite il box Opzioni, collocato sul lato destro (i grafici, come ad esempio quello delle datazioni, sono in continuo aggiornamento, sulla base del perfezionamento dei dati collegati all’edizione in corso);

- nella terza parte, sulla banda verticale posta sul lato sinistro, è presente il menu che permette di accedere ai dati, costantemente aggiornati, delle diverse sezioni del DEKaS.

 

Elenco lettere

Cliccando sull’icona Elenco lettere si accede alla sezione dedicata alla Ricerca per lettera che permette di consultare l’Epistolario a partire dai singoli testi che lo compongono. Dalla pagina si può impostare una ricerca secondo diversi parametri.

Nella parte sinistra della schermata, nella finestra Filtri, è possibile ricercare i testi sulla base di uno specifico Destinatario e del tipo di Raggruppamento (nell’accezione di ‘gruppi di fonti diverse sul piano materiale e storico-culturale’), entrambi con appositi menu a tendina. Altro parametro di ricerca qui presente è quello che riguarda la datazione, che si può impostare mettendo la spunta su lettera Datata, Databile, o Non Databile. Inoltre si possono cercare anche lettere in Latino, o in forma di Estratto e di Epitome. Sono possibili ricerche incrociate tra più filtri.

Nella parte centrale della schermata, l’interrogazione della banca dati avviene a partire dal Numero identificativo della singola lettera (es. 87, 13, 20) secondo una delle principali edizioni di riferimento (non si considerano perciò le edizioni che non presentano una numerazione propria, ma fanno riferimento alle precedenti edizioni, come nel caso delle edizioni di Volpato e della traduzione di Noffke).

 

Le sigle delle edizioni sono indicate nei diversi campi, in ordine cronologicamente decrescente:

IS = ISIME
Caterina da Siena, Epistolario, a cura di Istituto storico italiano per il medio evo, Roma 2021 -

DT = Dupré Theseider 1940
Santa Caterina da Siena, Epistolario, I, ed. E. Dupré Theseider, Roma 1940, (Fonti per la Storia d’Italia 82).

DTa = Dupré Theseider 1932
Dupré Theseider, Un codice inedito dell’epistolario di santa Caterina da Siena, «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano e Archivio Muratoriano», 48 (1932), pp. 17-56.

F = Fawtier
Fawtier, Catheriniana, «Mèlanges d’archéologie et d’histoire», 34 (1914), pp. 3-96.

Ga = Gardner
E.G. Gardner, Saint Catherine of Siena. A Study in the Religion, Literature, and History of the Fourteenth Century in Italy, London 1907.

T = Tommaseo
Le lettere di S. Caterina da Siena ridotte a miglior lezione, e in ordine nuovo disposte con proemio e note di Niccolò Tommaseo, 4 voll., Firenze 1860.

Gi = Gigli
L’opere della serafica Santa Caterina da Siena nuovamente pubblicate da Girolamo Gigli, III. L’epistole della serafica vergine S. Caterina da Siena scritte da lei a re, regine, repubbliche, principi, e diverse persone secolari tratte fedelmente da’ suoi migliori esemplari, e purgate dagli errori dell’altre impressioni colla giunta di altre ventitré Lettere non più stampate, e colle annotazioni del padre Federigo Burlamacchi della Compagnia di Gesù, Siena 1713.

 

Sempre nella parte centrale della pagina, ma nella fascia inferiore, compaiono i risultati della ricerca, cioè le lettere che corrispondono agli elementi inseriti nei campi selezionati. Se invece non si è indicato alcun filtro, in questa parte della schermata si ha la possibilità di visualizzare complessivamente tutti i diversi destinatari in ordine alfabetico, accompagnati dal numero identificativo della singola lettera (es. 87, 13, 20), secondo le edizioni di riferimento.

Tra le due fasce centrali della schermata è presente il comando Ricerca un termine all’interno della scheda che permette ricerche libere a partire da qualunque elemento contenuto nei campi della scheda della lettera (destinatario, toponimo, carica, appellativo…).

Sia partendo dal numero della lettera, sia partendo dal destinatario, si accede alla Scheda della lettera. Questa è suddivisa in vari campi, selezionati per l’identificazione di ciascuna epistola. La griglia è stata approntata in una fase preliminare dei lavori allo scopo di poter riconoscere tutte le lettere contenute in ciascun manoscritto. Al momento i dati disponibili nella scheda derivano in parte dalle ricerche in corso per l’ed. ISIME, in parte dall’ed. Tommaseo (che è a tutt’oggi quella di riferimento negli studi, presentando la pubblicazione del corpus epistolare nel suo complesso). La prime due stringhe riproducono i dati già apparsi nel risultato della ricerca: Numero e Destinatario.

Il destinatario è quello ricavabile dalla Rubrica (stringa successiva) del ms. base per l’edizione della specifica lettera (quindi, salvo casi isolati, uno tra MO, B e R1). Tra quadre l’eventuale personaggio storico identificato. I campi Luogo redazione e Datazione sono al momento limitati alle lettere comprese nel primo volume ISIME (nn. 1-75) per le quali si dispone di un (preliminare) testo critico (verifiche in questo senso si stanno facendo anche per i destinatari delle lettere dello stesso volume). Gli altri campi della Scheda sono prelievi dal contenuto specifico di ciascuna lettera, approntati sulla base del testo edito da Tommaseo, per un riconoscimento (relativamente veloce) di ciascuna lettera in ciascun manoscritto. Essi saranno progressivamente aggiornati sulla scorta dell’ed. ISIME. Gli elementi relativi alla parte iniziale della lettera sono: Indirizzo, Protocollo, Incipit. Solo quest’ultimo - costituito dalla pericope successiva al nesso desiderio+vedere – è diverso in ciascuna lettera e perciò utile per l’identificazione di ciascuna lettera (anche per eventuali futuri nuovi ritrovamenti). La registrazione delle altre espressioni, relativamente costanti nell’Epistolario, potrà servire per uno studio del formulario adoperato nelle lettere. La sezione Note storiche è riservata ad eventuali considerazioni supplementari di carattere storico, relative in particolare alla datazione e all’identificazione dei destinatari e dei luoghi indicati nelle rubriche. Le note storiche sono finalizzate a presentare una sorta di repertorio delle datazioni e delle diverse proposte di datazione su ogni singola lettera, funzionale al nuovo commento storico in preparazione. Le note seguono, in genere, una struttura seriale: riportano, per prima, la proposta di datazione di Girolamo Gigli seguita dalle ipotesi avanzate da Niccolò Tommaseo e da quelle di Robert Fawtier (Les oeuvres de Sainte Catherine de Sienne). In successione si presentano le riflessioni di Eugenio Dupré Theseider, pubblicate nel primo volume dell’Epistolario di Santa Caterina da Siena, alle quali sono state aggiunte le proposte interpretative ancora inedite, tràdite dai materiali provenienti dall’archivio Dupré Theseider conservato presso l’Isime (Ms Dupré 31; Elenco delle lettere non databili e Schedario cronologico). Chiudono la rassegna le datazioni di Suzanne Noffke (The Letters of Catherine of Siena), quelle della recente edizione online di Antonio Volpato (Le lettere di Caterina da Siena), in corso di aggiornamento sul sito del Centro Studi Cateriniani (CISC), e le proposte interpretative di André Vauchez presentate in Caterina da Siena. Una mistica trasgressiva (per i riferimenti bibliografici qui indicati e presenti nella sezione delle Note storiche, si rimanda alla sezione Bibliografia Storica presente nel DEKaS).  

 

Nella parte inferiore della pagina della Scheda lettera compare l’elenco dei Testimoni manoscritti e a stampa (solo incunaboli) che tramandano quella specifica lettera.

Dopo la sigla di ciascun testimone si riportano i dati materiali relativi alla lettera: numero della lettera all’interno della silloge e carte.

Ogni testimone è contrassegnato da un pallino colorato corrispondente al colore con cui si sono indicati i diversi raggruppamenti di mss. e stampe.

 

A partire dalla sigla del singolo testimone si accede alla scheda del manoscritto o dell’incunabolo. Le diverse schede costituiscono nel loro insieme i contenuti delle sezioni Tradizione diretta e Tradizione indiretta presenti sul menu posto nella fascia verticale sul lato sinistro della schermata.

 

 

Tradizione diretta - Tradizione indiretta

Scegliendo la sezione Tradizione diretta si può decidere se visualizzare, e ricercare, le schede degli Originali, quelle dei Manoscritti, o quelle degli Incunaboli. Ciascuna di queste tre sotto-sezioni ospita schede concepite, a partire da una matrice comune, in modo da adattarsi alla diversa natura dell’oggetto descritto, cioè rispettivamente lettere manoscritte sciolte, codici e stampati. Scegliendo invece di visualizzare i testimoni di Tradizione indiretta si possono indagare i manoscritti che ospitano esclusivamente Traduzioni in latino e quelli che contengono Epitomi di lettere cateriniane.

Una volta delimitata la tipologia di tradizione prescelta, la pagina di ricerca è divisa in due parti: quella centrale e la colonna di sinistra. Nella parte centrale in alto è possibile, tramite menu a tendina, fare una Ricerca per sigla dei testimoni; nella parte centrale in basso è visualizzabile l’elenco delle schede, in ordine alfabetico di sigla, suddiviso in diverse pagine, sfogliabili con le frecce in basso a destra (per le due diverse modalità di ricerca il sistema dà la possibilità di decidere se visualizzare 5, 10, 20 o 50 sigle e schede per volta). Nell’elenco delle schede, ogni testimone è preceduto dal pallino colorato specifico del raggruppamento a cui appartiene nell’ambito della tradizione.

La colonna di sinistra permette invece, in base a specifici interessi di natura materiale, codicologica o paleografica, di applicare Filtri più complessi e articolati, anche combinati fra di loro. Si ricorda che, dopo aver selezionato i filtri di ricerca desiderati, la ricerca va sempre avviata cliccando sul comando Cerca, posto nella parte centrale della pagina, in alto a destra; è inoltre possibile, cliccando sul rettangolo Elimina tutti i filtri, collocato invece nella fascia di sinistra in basso, annullare i parametri selezionati in precedenza per effettuare nuove ricerche applicando filtri diversi, al fine di evitare ricerche falsate, qualora i criteri scelti in precedenza restassero inavvertitamente ancora attivi.

Elencando le opzioni presenti nel menu a sinistra, è possibile, prima di tutto, compiere una ricerca in base alle coordinate basilari di Data e Luogo di copia del codice, indicando una forbice cronologica oppure, spuntando l’apposita casella, limitare l’indagine ai soli codici datati. Si può poi indicare (nel caso si stia consultando la macro-sezione Tradizione diretta) a quale tipologia di Raggruppamento si voglia restringere la ricerca, ovvero la raccolta Canigiani (il manoscritto C) oppure una delle tre raccolte maggiori per numero di lettere tràdite e rilevanza testuale, Pagliaresi, Maconi e Caffarini, oppure ancora i codici contenenti un numero minore di lettere, raggruppati sotto la dicitura Altri testimoni. Altra possibilità è quella di selezionare, sempre tramite menu a tendina, una delle Sedi di conservazione, per poi passare al filtro riguardante la Materia scrittoria del codice cercato, secondo l’alternativa pergamena/carta, per giungere a uno snodo centrale di tutto il sistema di ricerca, il Tipo di scrittura utilizzata per vergare il testo. In questo caso l’utente è agevolato nella scelta terminologica (sempre potenzialmente soggetta a varianti individuali) dalle preferenze che gli vengono proposte nel menu a tendina e selezionabili anche in combinazione, data la possibilità che in un medesimo testimone si trovino impiegate più tipologie grafiche. Le due tipologie di ricerca successive permettono di cercare, sempre tramite menu a tendina, i nomi dei Copisti e dei Possessori (questi ultimi possono essere, oltre che individui, anche istituzioni), mentre con altrettante caselle in cui apporre segni di spunta è possibile indicare anche se il codice cercato debba essere Decorato, Sottoscritto, Palinsesto. Tramite i diversi filtri è possibile quindi compiere per ciascuno dei testimoni dell’Epistolario cateriniano ricerche in base a una molteplicità di parametri, utilizzabili anche in modo incrociato per raffinare il più possibile i risultati.

Dai risultati ottenuti tramite i filtri, o tramite la selezione di ricerca per sigla o direttamente cliccando su una delle schede indicate nell’elenco dei manoscritti, si accede alla scheda codicologica vera e propria, organizzata in tre sottosezioni: quella contenente i principali Dati identificativi del testimone, la Descrizione e la Bibliografia. La sezione della Descrizione è strutturata secondo un modello di scheda tale da consentire il rapido reperimento di classi di informazioni (Descrizione esterna, Descrizione interna, Storia). Per ogni testimone è inserita nella descrizione esterna l’indicazione della Lingua, ovvero la stringa geo-linguistica che connota il testimone, tramite la quale si può accedere alla scheda linguistica vera e propria (→ Schede linguistiche). Nella descrizione interna sono ovviamente inserite le opere contenute; per ogni testimone è indicato il numero delle lettere cateriniane, cliccando sul quale si ottiene la visualizzazione completa e analitica dei testi presenti nell’esemplare. Sono quindi indicati per ogni lettera i seguenti parametri: la numerazione della lettera nel codice; la corrispondente numerazione nelle edizioni moderne, partendo dall’edizione ISIME; il destinatario; le carte. Se si clicca sul numero della lettera nelle diverse edizioni si ritorna alla sezione Elenco lettere: si ha perciò la possibilità di consultare la scheda analitica di ciascun testo.

Rispetto ai materiali manoscritti (originali e codici di tradizione diretta e indiretta), gli incunaboli sono consultabili secondo gli stessi sistemi di ricerca, anche se presentano dati più essenziali nella sezione Filtri (contenente in questo caso come coordinate basilari il Periodo, il Luogo di stampa e l’Editore/Stampatore), mentre la struttura della Scheda è sempre organizzata in sezioni (Descrizione esterna, Descrizione interna e Bibliografia), con analogo aggancio alle Sezioni Elenco lettere e Schede linguistiche.

 

Archivio Immagini

La sezione vuole essere una galleria contenente sia le immagini più rappresentative della iconografia cateriniana presente nei codici, sia i testimoni particolarmente interessanti sul piano grafico e codicologico.

Il copyright delle fotografie riprodotte appartiene alle istituzioni indicate nella rispettiva didascalia.

 

Schede linguistiche

La sezione delle Schede linguistiche permette di svolgere ricerche secondo due modalità: sulla parte sinistra della schermata sono presenti specifici Filtri che consentono di selezionare l’area geo-linguistica e i tratti fono-morfologici da indagare; nella parte centrale della schermata si possono acquisire informazioni linguistiche, interrogando le fonti materiali, attraverso diversi parametri di ricerca: Sigla, Raggruppamento e Sede di conservazione.

Cliccando su ogni specifico campo dei Filtri, un apposito menu a tendina permette di selezionare ulteriori livelli di indagine. Tramite il comando Area geo-linguistica si ha la possibilità di effettuare ricerche per area linguistica generica e/o specifica, oppure di indagare situazioni di stratigrafia presenti in specifici testimoni. Nei vari casi la ricerca viene sempre guidata attraverso gli elenchi delle località, selezionabili anche in combinazione. Questo campo permette di interrogare tutti i testimoni (ad esclusione della tradizione indiretta), manoscritti e a stampa, dell’Epistolario cateriniano.

I campi successivi, ovvero Vocalismo tonico, Vocalismo atono, Consonantismo, Fenomeni generali, Morfologia nominale, Morfologia verbale, consentono invece ricerche esclusivamente sui 28 manoscritti che, oltre ad avere la stringa geo-linguistica sintetica comune al resto della tradizione, sono accompagnati da vere e proprie schede linguistiche analitiche. Questi 28 testimoni sono stati individuati incrociando diversi parametri, che possono essere considerati singolarmente o messi tra di loro a sistema:

  • gli otto documenti ‘originali’ (Cat., S10a, S10b, S10c, S10d, S10e, S11, Ox);
  • i codici che forniscono il testo-base per l’edizione (i due codici principali: MO e B che offrono il testo base rispettivamente per il 56% e per il 39% delle lettere; e poi in ordine decrescente: per 10 lettere, R1; per 2 lettere ciascuno: C, F3, R2, e per 1 lettera ciascuno: L, Ox, S2, S3, S6, S12);
  • i codici che ricorrono più frequentemente nell’apparato critico, da soli o in famiglie di codici, e che perciò caratterizzano la tradizione (A, C, F3, F4, M, P2, P3, R1, R2, Ro, S2, S3, S5, S6);
  • i codici di particolare rilevanza sul piano storico-culturale per la loro appartenenza agli ambienti stessi di Caterina da Siena e per il loro collegamento con i personaggi più vicini alla Benincasa: MO, F3, F4, autografi (rappresentanti diversi stadi testuali delle lettere) di Neri Pagliaresi; B in gran parte autografo di Mariano Vitali da Siena; S12, autografo di Gano Guidini; S8, autografo di Stefano Maconi; C, autografo di Barduccio Canigiani; S2/S3, scritti sotto il diretto controllo di Tommaso di Antonio da Siena, detto il Caffarini.
  • i codici più antichi, ovvero tutti i mss. allestiti tra l’ultimo quarto del Trecento e il 1410 (C, F3, F4, MO, S5, S8, S2, S3, S12, Ve).

 

Per gli aspetti strutturali, concettuali e metodologici sottesi alla definizione delle stringhe geo-linguistiche e alla rappresentazione della stratigrafia, così come per il carattere e la finalità della catalogazione linguistica dei testimoni, si rimanda a Giovanna Frosini, Geografia linguistica e storia delle Lettere di Caterina, in Caterina da Siena, Epistolario. Catalogo, pp. 31-46.     

Cliccando su uno dei diversi campi (Vocalismo tonico, Vocalismo atono, Consonantismo, Fenomeni generali, Morfologia nominale, Morfologia verbale) si apre una ulteriore finestra che permette di visualizzare, tramite menu a tendina, l’elenco dei tratti che, per ogni specifico ambito, potranno essere selezionati. Il comando Aggiungi offre la possibilità di sommare più tratti al fine di condurre una indagine analitica su più livelli. Per ogni fenomeno selezionato è necessario indicare, tramite la casella Opzioni, i parametri della ricerca quantitativa. Questi si presentano con una differente articolazione, riconducibile a due tipologie: un menu di scelta essenziale, che marca solo la presenza del fenomeno o registra la non rilevazione del dato (per cui tra le opzioni si avrà solo: Presente o Non rilevato); e un menu più articolato, strutturato in Maggioritario, Minoritario, Costante, Paritario, Assente, Non rilevato. Se non si selezionerà alcuna opzione quantitativa, il sistema censirà per il fenomeno richiesto indistintamente tutte le tipologie: ad esempio, se si seleziona “condizionale in -ia" e non si specifica nulla tra le Opzioni, la ricerca darà come risultato anche i casi in cui il condizionale è assente o non rilevato (per la distinzione tra queste due categorie si veda infra).

 

Il menu delle opzioni quantitative è collegato alle schede linguistiche analitiche dei 28 testimoni (vd. infra), da cui il sistema informatico ricava i dati che sono organizzati, come si è detto, secondo il seguente prospetto:

1) Menu di scelta essenziale:

  • Presente (si segnala il fenomeno senza registrazione delle occorrenze)
  • Non rilevato (non sono presenti né esempi del fenomeno né controesempi)

2) Menu di scelta più articolato:

  • Maggioritario (con esempi e occorrenze)
  • Minoritario (con esempi e occorrenze)
  • Costante (con esempi e occorrenze)
  • Paritario (con esempi e occorrenze)
  • Assente (quando sono presenti solo controesempi)
  • Non rilevato (quando non sono presenti né esempi del fenomeno né controesempi)

La diversa articolazione del menu di scelta quantitativo dipende dal tipo di fenomeno preso in esame. Nel caso, ad esempio, del pronome indefinito cavelle, è sembrato opportuno, ai fini dell’analisi linguistica e della stessa razionalizzazione imposta dal sistema di ricerca informatico, marcare il fenomeno solo in presenza, essendo già di per sé questo pronome uno di quei tratti distintivi sul piano diatopico, per quanto riguarda il volgare senese, indipendentemente da ulteriori precisazioni quantitative. In simili casi, il non rilevato corrisponde ovviamente alla non rilevazione del fenomeno nello spoglio linguistico. Sempre nell’ottica di una presentazione e di un esame ragionato dei dati, nei menu più articolati la distinzione tra Non rilevato e Assente risponde invece alla necessità di distinguere l’assenza di uno specifico fenomeno dalla presenza per quel tratto di soli controesempi, evitando duplicazioni di etichette per uno stesso fenomeno, non funzionali in rapporto al sistema operativo del database. Per esempio, per la “Mancanza di anafonesi prima di n velare” si potranno avere casi in cui il fenomeno non si registra e non sono presenti neppure controesempi: in questo caso la situazione sarà rappresentata dal “Non rilevato”. Se invece la mancanza di anafonesi corrisponde comunque alla presenza di forme anafonetiche, di fatto si ha l’assenza del fenomeno in sé, ma la rilevazione del controfenomeno: il parametro “Assente” dà conto quindi di questa fattispecie, marcando i controesempi che, ai fini di una mappatura geo-linguistica della tradizione, possono dare utili informazioni in chiave diatopica, spostando - come nel caso, ad esempio, dell’anafonesi - l’asse dall’area senese a quella fiorentina.

Le differenti opzioni di scelta trovano quindi la loro prima motivazione nell’esigenza di coniugare i metodi e i sistemi propri di un’analisi linguistica stricto sensu, in cui il dato quantitativo non può non essere considerato, con le condizioni imposte da una ricerca linguistica di tipo informatico, dove il riconoscimento del tratto fono-morfologico deve essere univoco e non generare ambiguità e sovrapposizione con altri dati (come potrebbe accadere, sulla base dell’esempio prima citato, con l’uso di doppie etichette per segnalare il controfenomeno: “Mancanza di anafonesi” e “Anafonesi”). 

La seconda motivazione che spiega la presenza di un menu ragionato e variabile per quanto riguarda la rilevazione quantitativa dei fenomeni è collegata alla griglia dei tratti fono-morfologici, usata come riferimento per lo spoglio linguistico di ogni testimone. L’insieme dei fenomeni visualizzabili all’interno dei diversi menu di scelta dei comandi Vocalismo tonico, Vocalismo atono, Consonantismo, Fenomeni generali, Morfologia nominale, Morfologia verbale costituisce infatti la griglia di riferimento per la definizione della localizzazione (= stringa geo-linguistica) e per la strutturazione delle schede analitiche là dove presenti (per cui vedi infra). Il criterio principale che sta alla base della griglia è il riconoscimento del “grado di senesità” del testimone attraverso l’individuazione dei tratti fono-morfologici rappresentativi e distintivi del senese medievale, selezionati principalmente sulla base della rassegna tracciata da Arrigo Castellani (Grammatica storica, pp. 350-362; ma cfr. anche gli studi e i testi segnalati nella sezione Bibliografia linguistica, considerati per approfondimenti e ulteriori riscontri). Questa specifica varietà è quindi descritta in modo dettagliato per tutti i settori dell’analisi linguistica. Una precisazione tuttavia va fatta sul piano diacronico: la stessa griglia del senese è interpretata in modo più selettivo e restrittivo nel caso dei testimoni quattrocenteschi, per i quali, sia ai fini della stringa geo-linguistica, sia della scheda analitica, è stato dato un peso maggiormente rilevante a quei tratti su cui senese e fiorentino non sembrano convergere durante la fase di ibridazione quattrocentesca: assenza di anafonesi; -ar- postonico (tipo essare); u protonica (tipo currire); sonorizzazione occlusiva velare sorda in posizione iniziale (tipo gattivo); sonorizzazione alveolare sorda intervocalica (tipo fadiga); raddoppiamento di b (tipo subbito); ine ‘ivi’; metatesi di i (tipo votio); lo ‘a loro’; so ‘sono’; lassare ‘lasciare’; parbe ‘parve’; vòllere ‘volgere’. Gli altri parametri che hanno portato alla definizione della griglia di riferimento per la ricerca linguistica attraverso il DEKaS sono i tratti fono-morfologici eclatanti di altre aree (toscane e non), collegati, per casi specifici, alle questioni di stratigrafia. Per la Toscana medievale ci si è basati sul quadro presente nei NTF e riproposto, con alcune variazioni, in Castellani, Grammatica storica, pp. 253-457; per le altre aree, su specifici studi, testi e repertori relativi a una determinata varietà di tipo settentrionale, mediana o meridionale. In tutti i casi, sono stati fatti riscontri anche con le principali banche dati linguistiche: AGLIO, OVI e TLIO.

Nel suo complesso, la griglia registra i tratti fono-morfologici in modo sistematico solo per il senese; in tutti gli altri casi, sono indicati esclusivamente i tratti distintivi salienti (e perciò limitati talora a specifici settori dell’analisi, come, ad esempio, al solo Vocalismo tonico, o al solo Consonantismo) che permettono di identificare, a livello micro o macro areale, un’altra specifica varietà linguistica toscana o non toscana. La struttura e la stessa finalità della griglia spiegano, ancora una volta, le diverse opzioni di scelta per ciascun fenomeno: i tratti senesi si segnalano in presenza (con il più delle volte l’ulteriore precisazione di tipo quantitativo tra maggioritario, minoritario, costante, paritario) e anche in assenza (quindi se, ad esempio, non si registra il “Dittongamento di e aperta in sillaba libera dopo cons. + r” si danno comunque i controesempi del fenomeno [es. prega, prego, preghi]); se non ci sono né esempi del fenomeno senese, né controesempi, il tratto viene segnalato come “Non rilevato”. Al contrario, tutti gli altri fenomeni toscani (compresi i fiorentini) e non toscani si rilevano solo se presenti, o se in alternanza (ad esempio, “Metafonesi di é, ó chiuse per –i”, “Palatalizzazione di -CL- intervocalico”); se assenti non si mettono i controesempi e quindi nel menu si avrà, in tal caso, solo l’etichetta “Non rilevato”.

Una volta selezionati nel riquadro dei Filtri il tratto o i tratti che si vogliono ricercare per ogni settore dell’analisi, l’utente dovrà cliccare sul comando Accetta per confermare le richieste. È comunque sempre possibile reimpostare la ricerca o eliminando specifici fenomeni, o cancellando del tutto quanto impostato nel singolo settore dell’analisi (cliccando, in entrambi i casi, sull’icona del cestino presente accanto a ciascun tratto). Allo stesso modo, è possibile eliminare tutti i filtri di uno specifico settore o di più settori contemporaneamente, tramite il comando Elimina tutti i filtri posizionato in basso, nella parte sinistra della schermata iniziale relativa ai filtri. Se invece, dopo aver accettato i diversi filtri per ogni settore dell’analisi linguistica, si intende ottenere il risultato di quanto richiesto, basterà cliccare sul comando Cerca che è posto nella parte centrale della schermata. La collocazione del comando all’esterno del riquadro dei filtri si spiega con la possibilità di associare alla ricerca tramite i tratti linguistici dati relativi alla fonte materiale (ad esempio, si può cercare il “Dittongamento senese” in specifici testimoni). In tal modo, il database permette sia sondaggi più generali, sia ricerche selettive e analitiche, funzionali alle richieste di utenti specialistici o non estranei ai problemi linguistici propri della tradizione dell’Epistolario cateriniano. Anche senza voler selezionare alcuna opzione dalla schermata centrale (per cui vedi di seguito Ricerca per Sigla - Raggruppamento - Sede di conservazione) e circoscrivendo la ricerca ai tratti fono-morfologici e/o all’area geo-linguistica, cliccando su Cerca, la schermata centrale permetterà di visualizzare i risultati della ricerca. A tal punto sarà perciò possibile consultare per ogni Scheda linguistica la Descrizione generale che accompagna tutti i testimoni, e per i 28 mss. sopra indicati, anche le relative Descrizioni analitiche.

 

Alle descrizioni linguistiche (generali e analitiche) dei testimoni si arriva anche non selezionando alcun filtro fono-morfologico e facendo una ricerca attraverso i campi presenti nella fascia posta in alto della schermata centrale (Sigla - Raggruppamento - Sede di conservazione): in tutti i casi la ricerca è guidata tramite gli elenchi inseriti negli appositi menu a tendina. Si può anche scegliere quanti risultati visualizzare tramite il box Mostrati posto sulla sinistra. Questi parametri possono essere associati ai filtri linguistici, o essere interrogati autonomamente, nel caso si abbia l’obiettivo di avere informazioni di tipo linguistico partendo dal testimone. Cliccando su Cerca, la schermata centrale permette di visualizzare i risultati della ricerca. 

Se tra le fonti materiali non viene selezionato alcun parametro, si potrà scorrere l’elenco completo dei mss. e delle stampe presente nella fascia inferiore della schermata. Come per la Tradizione diretta, l’elenco è in ordine alfabetico di sigla, suddiviso in diverse pagine, sfogliabili con le frecce in basso a destra (il sistema dà la possibilità di decidere se visualizzare 5, 10, 20 o 50 testimoni per volta). Nell’elenco delle schede, ogni testimone è preceduto dal pallino colorato specifico del raggruppamento a cui appartiene nell’ambito della tradizione.

Sia se si interrogano i testimoni come risultati della ricerca impostata, sia se si scorre l’elenco complessivo della tradizione, cliccando su ciascun testimone presente nella parte bassa della schermata centrale si potrà accedere alla Scheda linguistica.

La Scheda linguistica è costituita da una Descrizione generale che contiene i dati essenziali di ogni testimone e permette, cliccando sulla segnatura, di aprire la schermata relativa alla scheda materiale del manoscritto o dell’incunabolo. Nella Descrizione generale è sempre presente la definizione geo-linguistica sintetica, ovvero la stringa “vedetta” (per la struttura e il sistema di rappresentazione delle stringhe si rimanda a Giovanna Frosini, Geografia linguistica e storia delle Lettere di Caterina, in Caterina da Siena, Epistolario: Catalogo, pp. 31-46: 33-42). Per casi complessi, specialmente per quanto riguarda i problemi collegati alla stratigrafia, la stringa geo-linguistica è accompagnata da un sintetico commento inserito nel campo note. I codici esemplati da più mani presentano per ogni mano la stringa geo-linguistica, sia se la mano è identificata (in tal caso è specificato il nome del copista), sia se la mano rimane non identificata.

Le Descrizioni analitiche, presenti solo per i 28 testimoni più importanti sul piano filologico e storico-culturale (vd. supra), non vanno intese come uno spoglio linguistico esaustivo, ma come schede che permettono di mettere a sistema, attraverso il database informatico, i dati salienti per la mappatura geo-linguistica della tradizione. Le Descrizioni analitiche sono divise in sei fasce (Vocalismo tonico, Vocalismo atono, Consonantismo, Fenomeni generali, Morfologia nominale, Morfologia verbale), interrogabili ciascuna di per sé o, cliccando contemporaneamente su ogni fascia, in una visione complessiva. Per ogni settore dello spoglio linguistico i tratti fono-morfologici corrispondono a quelli della griglia di riferimento presente, per ogni ambito dell’analisi, nella finestra dei filtri. L’indicazione quantitativa (Maggioritario, Minoritario, Costante, Paritario, Assente) specificata accanto a ogni tratto è quella che permette di fare la ricerca tramite la casella Opzioni dei filtri linguistici (vd. supra). Se alcuni dei tratti fono-morfologici della griglia non sono presenti nella Descrizione analitica, ciò indica che quei fenomeni non sono stati rilevati (in tal caso, la casella Opzioni dei filtri permetterà comunque di sapere che uno specifico tratto risulta “Non rilevato” - ovvero non è attestato né con esempi, né con controesempi - in quel determinato testimone). Diverso, come si è già spiegato, è il caso dell’etichetta “Assente”, che, se indicata, permette di dar conto non del tratto in sé, ma del contro-esempio, che può essere comunque importante per la localizzazione.

 

[Antonella Dejure, 30 dicembre 2020]

 

 

Edizione

La sezione contiene il nuovo testo critico interrogabile secondo diversi livelli di ricerca.

Per consultare l’apparato critico digitale si procede dalla sezione Edizione > Elenco lettere. Una volta arrivati all’epistola prescelta, selezionando la voce varianti, appare nella colonna di sinistra una stringa di testo riguardante la costellazione stemmatica della singola lettera scelta e, al di sotto di essa, la lista esaustiva dei gruppi e dei manoscritti da cui essa è tràdita, disposti in ordine alfabetico. Le porzioni testuali interessate da varianza vengono sottolineate nella lettera mediante sottolineatura arancione. L’utente può scegliere di selezionare un manoscritto o un gruppo o più entità insieme: a testo i loci interessati sono evidenziati in arancione; oppure può cliccare direttamente sulla pericope desiderata: una finestra rende conto delle varianti.

L’apparato negativo è articolato su di una sola fascia e registra:

  • tutte le varianti inserite nell’apparato cartaceo, pertanto anche le varianti sostanziali di MOa rispetto alla fase redazionale ‘b’;
  • tutte le varianti singolari dei gruppi e dei sottogruppi individuati, fino ai piani più bassi della tradizione;
  • le varianti singolari dei testimoni se significative, ovvero se aggiungono informazioni sulla tradizione;
  • per quanto riguarda la sezione relativa alle rubriche, si registrano solo le varianti significative dei gruppi o dei singoli testimoni.

L’apparato del DEKaS non accoglie, invece, le varianti formali e le informazioni paleografiche.

Ritornando alla sezione Edizione l’utente può selezionare Edizione > Trova concordanze e nella sezione apposita ricercare sia una parola singola sia una frase, secondo quanto indicato dalle due mascherine; in entrambi i casi la ricerca è effettuata per rispondenza esatta o tramite carattere jolly e ‘ricerca pesata’. I risultati sono visualizzati in basso e riportano l’indicazione della lettera, secondo la numerazione IS, Tommaseo e Gigli, e la porzione testuale interessata. La ricerca tramite concordanze permette l’interrogazione di specifiche lettere o di tutto il corpus epistolare.

 

Per la consultare l’apparato digitale delle fonti si procede sempre dalla sezione Edizione > Elenco lettere. Una volta scelta una lettera, è possibile selezionare la voce fonti; sulla destra della schermata compare l'elenco degli autori citati nella lettera. Si può quindi selezionare un autore oppure cliccare sulla porzione di testo sottolineata e vedere quali fonti o autori sono indicati. Se compaiono più autori, questi sono disposti secondo il seguente ordine: fonti bibliche, fonti patristiche, fonti medievali e fonti cateriniane. Se vi sono più fonti dello stesso tipo, sono elencate in ordine alfabetico. In alcune brevi lettere non è citata alcuna fonte (es. IS 9, IS 11).

Un’altra modalità di accesso avviene a partire dalla sezione Edizione > Trova fonti: in questo caso si può interrogare il database inserendo il nome di un autore: se è citato, comparirà l'elenco delle occorrenze. Se sono citate più opere dello stesso autore (es. Cavalca), queste saranno in ordine alfabetico.

L’apparato digitale delle fonti costituisce un ampliamento di quello cartaceo in quanto non comprende solo le fonti letterali, ma include anche opere che presentano significative consonanze tematiche con i testi cateriniani. Rispetto all’edizione cartacea, sono in particolare indicati gli autori medievali come Domenico Cavalca o Giordano da Pisa, mai espressamente citati da Caterina, i quali tuttavia costituirono in molti casi la fonte più diretta. Nei loro scritti infatti la Benincasa trovava spesso i riferimenti a san Girolamo, san Gregorio Magno o a san Bernardo da lei inseriti nei suoi scritti.

I rimandi intertestuali ad altre lettere o al Dialogo della divina provvidenza sono registrati solo se letterali, in quanto la ricorrenza dei medesimi temi è molto alta. Si sono esclusi i rimandi che stanno dietro a immagini ricorrenti nell’Epistolario cateriniano, come “la mensa della croce”, “il letto della croce” o “l’albero della croce”, per cui è possibile citare tutta una costellazione di testi ampliabili indefinitamente.

 

Bibliografia

Dopo la Bibliografia generale sulle edizioni, sugli studi e sulle traduzioni dell’Epistolario cateriniano, sono inserite le specifiche Bibliografie per la consultazione di ogni sezione del DEKaS. Le Bibliografie sono al loro interno interrogabili.

 

[Cristina Dusio - Silvia Serventi, 20 giugno 2023]

 

 

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